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Le piattaforme streaming meno conosciute: uno sguardo alle nicchie

Oltre alle piattaforme streaming piú famose, esistono molte piattaforme dedicate alle nicchie di pubblico. In questo articolo ti presentiamo una guida alle piattaforme streaming meno conosciute, tra sport, serie TV, cinema indipendente e produzioni regionali.

Piattaforme, portali di accesso a visioni illimitate, con serie autoprodotte, con prodotti inimmaginabili fino a solo poco più di dieci anni fa; dietro allo streaming c’è più di una rivoluzione di cui beneficiano in molti, utenti compresi.

In pochi conoscono davvero numeri, potenzialità e strategie di un mercato partito da lontano, con film e partite di pallone, ancora meno quelli che conoscono le piattaforme streaming di nicchia quanto a cataloghi o addirittura ad offerte a costo zero. Se sei uno di loro, ecco pronti per te un po’ di cronistoria e qualche dritta a portata di telecomando, o meglio del dispositivo, che preferisci. Chiaramente lo streaming si applica anche ad altri tipi di piattaforme, a partire da quelle delle live roulette fino alle piattaforme per videogiochi in streaming come Steam oppure la ormai ritirata Arcadia.

C’era una volta la TV via cavo

Nel passato remoto dello streaming c’è quell’oscuro oggetto della TV via cavo, citata nei dialoghi dei telefilm americani leggeri e pieni di risate di sottofondo registrate, trasmessi sui nostri schermi con un paio di decenni di ritardo che sembravano un prodotto esclusivo e costoso, da desiderare e forse invidiare.

In Italia abbiamo iniziato il percorso che aveva affrontato il telespettatore americano, con programmi ben presto ribattezzati “pay TV” che richiedevano parabole, cavi coassiali e decoder, portandoci dentro casa l’agognato angolo di paradiso, ma ancora legate ad un orario prefissato da rispettare.

La battaglia di titoli e campionati

Si è giocata con le nostre tasche questa “singolar tenzone” di contenuti da gustare comodi comodi dal divano: abbonamenti davvero cari e spesso acquisti per singola visione. Il mercato era diviso tra due o tre player, e l’utente-spettatore poteva stringere in pugno solo il telecomando (anzi due) e le bollette salate.

Poi nuovi termini e definizioni: TV satellitare, on demand, fino all’IPTV sorretta a suon di campagne pubblicitarie sulla televisione con l’occhietto. Non sono mancati rapidi exploit e successivi tracolli per un meccanismo che portava con sé limiti e necessità della televisione tradizionale: grandi investimenti in infrastrutture, esigenze di un numero elevato di abbonati, concorrenza spietata a danno della qualità.

L’appetito vien mangiando nel vedere i film senza muoversi da casa e così arriva l’idea geniale: spostare la (tele)visione su piattaforme accessibili attraverso vari devices, computer, tablet fino al sempre più accessibile tecnologico e sempre a portata di mano telefonino.

La rivoluzione delle piattaforme streaming

Il termine tecnico è SVOD, Streaming Video On Demand, caratterizzato dalla completa libera scelta di fruizione di contenuti da parte dell’utente che inconsapevolmente si fa carico della parte dei costi che un tempo erano costituiti dall’infrastruttura ora non più necessaria. Oltre a procacciarsi la linea internet più al passo con le sue esigenze di visione, il nuovo telespettatore fornisce, con le sue scelte quotidiane, una quantità di dati sui suoi gusti e sulle sue preferenze che sono completamente a disposizione dei nuovi player virtuali. 

I più forti e conosciuti sono Netflix, Disney+, Amazon Prime Video, la Sky formato streaming di NowTV e DAZN entrata nel mercato attraverso il calcio. Anche la TV generalista ha il suo spazio, come testimoniano le esperienze di Infinity+ di casa Mediaset e le ultime rivoluzioni dei siti con i palinsesti in rivisione come RayPlay e La7 e dei canali interattivi con la funzione restart e l’accesso diretto per votazioni e sondaggi.

Le piattaforme streaming di nicchia

Chili, partita dall’Italia nel 2012, nel giro di un paio d’ anni, ha conquistato altri paesi europei come UK e Germania, puntando su un’offerta da binge watcher di primo pelo con film e serie TV. Nel corso della sua storia sono entrati nel capitale Warner Bros., Paramount Pictures e 20th Century Fox, rafforzando la sua propensione per il cinema. I suoi segni distintivi sono l’acquisto e/o il noleggio del singolo contenuto a prezzi accessibili, la presenza di una programmazione gratuita con contenuto pubblicitario e la possibilità di acquistare DVD e BlueRay.
L’azienda ha chiuso più di un anno in perdita e non ha più lo “smalto” di un tempo, ma può vantare la creazione di una sorta di magazine virtuale punto di riferimento per cinema, orari delle sale e biglietti, merchandising e contenuti digitali.

A dispetto dell’esordio di fine 2019 e ad un costo mensile basso, Apple TV+ non riesce a stare al passo dei due colossi Netflix e Prime e degli altri per via di un catalogo poco fornito che non vanta grandi classici, o titoli presenti su altre piattaforme. Dal punto di vista tecnologico però, si presenta come un servizio facilmente fruibile e che punta su 4K e HDR.

Nata in Spagna e attiva in oltre dodici paesi europei, RakutenTV è partita come piattaforma di streaming in abbonamento e acquisto/noleggio di film e serie acquistata nel 2012 da una società giapponese. Nel suo catalogo figurano sia WB, Disney e Sony sia distributori locali e indipendenti, oltre a canali satellite gratuiti, PlutoTV, e programmazione sportiva.

La vecchia e la giovane

Non si può non citare una delle piattaforme streaming più longeve e particolari: MUBI, nata come The Auters nel lontanissimo 2007, un po’ cineteca condivisa un po’ social network dove si parla di cinema d’autore. Disponibile su vari dispositivi e presente in quasi 200 paesi al mondo punta anche su prodotti di cineasti emergenti, chiedendo ai propri utenti un abbonamento mensile che si può disdire in ogni momento.

Chiudiamo questa carrellata parlando di Serially la piattaforma italiana gratuita lanciata a fine ottobre 2021. Propone prodotti stranieri doppiati in italiano e serie nostrane indipendenti adatte ad un pubblico prettamente giovane. Sul sito anche interviste e curiosità che ne fanno un magazine interessante e innovativo.   

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